venerdì

TELEFONO SPENTO


In quel momento avverti acutezza dei sensi, nonostante il vino. Vino neutralizzato da una spinta dall' afflato superiore ma umanissima. Nessun preavviso, tutto che passa liscio, fai quello che devi fare, la mente cerca inutilmente di intromettersi ma è troppo tardi e non riesce. Accenna una protesta che tu non ascolti, la vedi in un' espressione di ripicca e la liquidi assicurandole che domani avrà tutto il tempo per rompere le palle. Esplodono i primi istanti, la miscela è instabile, una fiammata e poi tutto ritorna a terra e il vortice si ferma. Fisiologia, pensi e subito ti distrai e la lasci funzionare. Niente di più tecnico e torbido insieme. Sguardo al grado zero. Con voce impastata e movimenti ottusi risolvi importanti questioni logistiche . Altro vino. Sigarette. Acqua, che raffinatezza. Spuntano per l' ultima volta i volti degli altri: 'ciao, ciao, a domani'. 'C'è un tabacchi?'. C' è a due minuti ma non funziona, accetti la sconfitta con fermezza, sei troppo pieno per preoccuparti, e ti iludi che l' ultima paglia ti durerà una notte. Tutto è astruso, queste cose non le imagini mai esattamente ma in un modo che ti compiaccia. Per cui ogni istante reclama un' invenzione. E tu, se sei bravo, fai un respiro e l' invenzione esce. Fantastico.
L' acutezza non ti lascia ma fa una selezione che stenti a capire e più che dal pensiero il rischio è di farti sopraffare dall' acquisizione dati. Minchia, sei ubriaco davvero. L' odore. Assume proporzioni colossali e tutto il mondo è nel tuo naso e ti trascina dove non hai la forza per rifiutarti. Perchè poi rifiutarsi, calma, ripasso velocissimo, rapporto positivo. Qualcosa bisogna pure concedere.Tanto, è solo l' esercizio che ti serve, che un check-up, anche in extremis, ti fa stare tranquillo, ti fa respirare, e come abbiamo visto è questo che conta. Placebo, e placebo sia. Fisiologia, mia unica dea.. Tutto si è sciolto ormai, non c' è più niente dietro di te, nè davanti. Panico, nel senso buono. La sensazione è quella di essere un proiettile, e non la pistola che lo porta in canna. Aspetti l' arrivo del cane che con uno schiocco secco esploderà la carica che ti sputerà fuori, verso dove: non si sa. E invece si sa benissimo. Ma, ancora, se siete bravi, non vi farete annoiare da un banale deja vu e vi troverete come se non fosse mai successo. Piano piano affini l' udito muscolare, percepisci le fibre che una per una si allentano e tu diventi un polpo caldo e simpatico. Sta andando tutto bene, a meraviglia, anche perchè ci pensi con sempre minore frequenza, sempre minore urgenza. Dopo un breve periodo di fermezza tutto è sistemato e riemergono i sorrisi, quelli leggeri e lunghi, quelli che tengono tutto assieme. A questo punto senti la luce appoggiartisi addosso come una brezza tiepida e dare dimensione ai tuoi flussi, tutti quanti. Stai bene, cazzo, stai da dio.

giovedì


CONTEST

E' indetto il concorso per la canzone più triste della storia + relativo antidoto.
Prossimamente i risultati.


mercoledì



WWW.COHOUSING.IT


Si comincia a reagire all' assurdità del quotidiano metropolitano. L' agenzia per l’innovazione sociale Innosense e il Dipartimento Indaco della Facoltà di Industrial Design del Politecnico, ha aperto un sito in cui si propone un modo di condividere gli spazi privati in maniera salubre e umana, che prevede l' associazione dei 'vicini di casa' già a partire dalla progettazione degli spazi.
Fa molto piacere trovare la volontà di essere una comunità agglomerata attorno a un senso e non solo a un bisogno. Anzi, di partire dal bisogno e rielaborandolo creare realtà nuove. Il profumo dell' utopia rende il tutto molto attraente, ma questa parola forse spaventa ancora (o di nuovo?) e i cohousers milanesi si impegnano a ribadire la coerenza del progetto. Leggete qualcosa sul sito. Di questa impresa colpisce l' applicazione della scienza, della cultura a un' argomento che sa molto di fricchettone come la vita in comunità, e come l' ipotesi suggerita sia paurosamente simile alla rifondazione di una famiglia allargata, lenta, radicata nel 'suo' presente, e per questo estranea alla tentazione della velocità che degenera in frenesia e immune dal bulimico moto perpetuo del progresso. Ma forse ci crediamo solo io e pochi altri campagnoli irriducibili. Sono tentato di farmi coinvolgere, anzi mi sono già iscritto. Nonostante ci sia dietro il Politecnico di Milano, che a pelle non amo, forse questa è una strada percorribile per uscire il più sani (e presto!) possibile da quello che siamo ora come ora. Il dubbio malsano che mi perseguita è che una declinazione scientifica di una voglia di comunità, di comunione dei beni collettiva (...che voglia di paroloni che hooo...!), la pianificazione calcolata sia un' edulcorazione delle esigenze, una versione compromessa di un' alternativa radicale e totale. Sto facendo le prove da progressista, d' altronde ormai è il 9 aprile.



domenica
















PROGRESSI

Gli ultimi ammiratori della brillante Repubblica di Salo', o salotini, non mollano. Più passa il tempo e quindi ci allontaniamo dai fatti, più questi si intruciscono, e tirano fuori le loro bandiere più significative. Ci tengono molto a fare outing, ma è un outing costante, cronico, quasi che la visibilità li rendesse più fascisti. Anche se forse, è solo una questione di presenza mediatica: i fascistoni ci sono sempre stati, anzi, solo che adesso da salotino qualcuno di loro è diventato salottiero, e quelli che sembrano i più feroci sono solo disgustosi, beceri e ridicoli e i veri fascistoni fascisteggiano in altri ambiti e modalità. Durante i funerali di Romano Mussolini, mentre un manipolo di fieri camerati salutava romanamente il feretro, un' orchestrina riempiva l' aere di musica jazz. Che di per se ritengo neutra. Glielo vogliamo spiegare che 'Summertime' è stata composta da un "giudeo" ispirato da dei "negri"? O ce li godiamo così?
Intanto il sottile fascisteggiare dei fascistoni da salotto, santificato per aver fatto il lavoro sporco, sporchissimo, sorride in tv e sui giornali, sghignazza alle camere e nelle telecamere, mentre con le zampe sta grattando anche il barile. Il fascistone ex picchiatore non teme di esporre la faccia con soundtrack di bestialità - bestialità per me, per loro sono valori sacrosanti - perchè cià in mano il volante, e di questo è pago, che lui è per l' azione, non gli interessa e non gli compete decidere o ragionare sul percorso. Lui crede, obbedisce e non combatte più, guida. Basta che gli dicano dove andare e lui, brruuummmm!!, sgasa a manetta.