TELEFONO SPENTO
In quel momento avverti acutezza dei sensi, nonostante il vino. Vino neutralizzato da una spinta dall' afflato superiore ma umanissima. Nessun preavviso, tutto che passa liscio, fai quello che devi fare, la mente cerca inutilmente di intromettersi ma è troppo tardi e non riesce. Accenna una protesta che tu non ascolti, la vedi in un' espressione di ripicca e la liquidi assicurandole che domani avrà tutto il tempo per rompere le palle. Esplodono i primi istanti, la miscela è instabile, una fiammata e poi tutto ritorna a terra e il vortice si ferma. Fisiologia, pensi e subito ti distrai e la lasci funzionare. Niente di più tecnico e torbido insieme. Sguardo al grado zero. Con voce impastata e movimenti ottusi risolvi importanti questioni logistiche . Altro vino. Sigarette. Acqua, che raffinatezza. Spuntano per l' ultima volta i volti degli altri: 'ciao, ciao, a domani'. 'C'è un tabacchi?'. C' è a due minuti ma non funziona, accetti la sconfitta con fermezza, sei troppo pieno per preoccuparti, e ti iludi che l' ultima paglia ti durerà una notte. Tutto è astruso, queste cose non le imagini mai esattamente ma in un modo che ti compiaccia. Per cui ogni istante reclama un' invenzione. E tu, se sei bravo, fai un respiro e l' invenzione esce. Fantastico.
L' acutezza non ti lascia ma fa una selezione che stenti a capire e più che dal pensiero il rischio è di farti sopraffare dall' acquisizione dati. Minchia, sei ubriaco davvero. L' odore. Assume proporzioni colossali e tutto il mondo è nel tuo naso e ti trascina dove non hai la forza per rifiutarti. Perchè poi rifiutarsi, calma, ripasso velocissimo, rapporto positivo. Qualcosa bisogna pure concedere.Tanto, è solo l' esercizio che ti serve, che un check-up, anche in extremis, ti fa stare tranquillo, ti fa respirare, e come abbiamo visto è questo che conta. Placebo, e placebo sia. Fisiologia, mia unica dea.. Tutto si è sciolto ormai, non c' è più niente dietro di te, nè davanti. Panico, nel senso buono. La sensazione è quella di essere un proiettile, e non la pistola che lo porta in canna. Aspetti l' arrivo del cane che con uno schiocco secco esploderà la carica che ti sputerà fuori, verso dove: non si sa. E invece si sa benissimo. Ma, ancora, se siete bravi, non vi farete annoiare da un banale deja vu e vi troverete come se non fosse mai successo. Piano piano affini l' udito muscolare, percepisci le fibre che una per una si allentano e tu diventi un polpo caldo e simpatico. Sta andando tutto bene, a meraviglia, anche perchè ci pensi con sempre minore frequenza, sempre minore urgenza. Dopo un breve periodo di fermezza tutto è sistemato e riemergono i sorrisi, quelli leggeri e lunghi, quelli che tengono tutto assieme. A questo punto senti la luce appoggiartisi addosso come una brezza tiepida e dare dimensione ai tuoi flussi, tutti quanti. Stai bene, cazzo, stai da dio.
In quel momento avverti acutezza dei sensi, nonostante il vino. Vino neutralizzato da una spinta dall' afflato superiore ma umanissima. Nessun preavviso, tutto che passa liscio, fai quello che devi fare, la mente cerca inutilmente di intromettersi ma è troppo tardi e non riesce. Accenna una protesta che tu non ascolti, la vedi in un' espressione di ripicca e la liquidi assicurandole che domani avrà tutto il tempo per rompere le palle. Esplodono i primi istanti, la miscela è instabile, una fiammata e poi tutto ritorna a terra e il vortice si ferma. Fisiologia, pensi e subito ti distrai e la lasci funzionare. Niente di più tecnico e torbido insieme. Sguardo al grado zero. Con voce impastata e movimenti ottusi risolvi importanti questioni logistiche . Altro vino. Sigarette. Acqua, che raffinatezza. Spuntano per l' ultima volta i volti degli altri: 'ciao, ciao, a domani'. 'C'è un tabacchi?'. C' è a due minuti ma non funziona, accetti la sconfitta con fermezza, sei troppo pieno per preoccuparti, e ti iludi che l' ultima paglia ti durerà una notte. Tutto è astruso, queste cose non le imagini mai esattamente ma in un modo che ti compiaccia. Per cui ogni istante reclama un' invenzione. E tu, se sei bravo, fai un respiro e l' invenzione esce. Fantastico.
L' acutezza non ti lascia ma fa una selezione che stenti a capire e più che dal pensiero il rischio è di farti sopraffare dall' acquisizione dati. Minchia, sei ubriaco davvero. L' odore. Assume proporzioni colossali e tutto il mondo è nel tuo naso e ti trascina dove non hai la forza per rifiutarti. Perchè poi rifiutarsi, calma, ripasso velocissimo, rapporto positivo. Qualcosa bisogna pure concedere.Tanto, è solo l' esercizio che ti serve, che un check-up, anche in extremis, ti fa stare tranquillo, ti fa respirare, e come abbiamo visto è questo che conta. Placebo, e placebo sia. Fisiologia, mia unica dea.. Tutto si è sciolto ormai, non c' è più niente dietro di te, nè davanti. Panico, nel senso buono. La sensazione è quella di essere un proiettile, e non la pistola che lo porta in canna. Aspetti l' arrivo del cane che con uno schiocco secco esploderà la carica che ti sputerà fuori, verso dove: non si sa. E invece si sa benissimo. Ma, ancora, se siete bravi, non vi farete annoiare da un banale deja vu e vi troverete come se non fosse mai successo. Piano piano affini l' udito muscolare, percepisci le fibre che una per una si allentano e tu diventi un polpo caldo e simpatico. Sta andando tutto bene, a meraviglia, anche perchè ci pensi con sempre minore frequenza, sempre minore urgenza. Dopo un breve periodo di fermezza tutto è sistemato e riemergono i sorrisi, quelli leggeri e lunghi, quelli che tengono tutto assieme. A questo punto senti la luce appoggiartisi addosso come una brezza tiepida e dare dimensione ai tuoi flussi, tutti quanti. Stai bene, cazzo, stai da dio.