venerdì

Bombe fai da te per ravvivare le serate: tre ragazzi del Nordestcostruivano esplosivi riprendendo le deflagrazioni col videotelefonino

Terrorismo della domenica a Trevisobombe artigianali contro la noia

ROMA - Presi i terroristi della domenica che facevano esplodere bombe artigianali presso chiese e luoghi pubblici di Treviso. Pare per noia. Di un'età compresa tra i 18 e i vent'anni, sono tre i ragazzi della banda autrice di quelle misteriose deflagrazioni che danneggiavano la città. Le bombe se le costruivano da soli, per poi filmare le fiamme con il videotelefonino e mostrare le riprese ad amici e compagni di scuola. Per farsi belli, ma anche perché terribilmente annoiati dalle loro serate. Tutti di buona famiglia, tutti diplomati, hanno preferito le bombe alle discoteche. Adesso se la vedranno con l'arma dei carabinieri di Treviso che renderà noti in giornata esito delle indagini e relativi provvedimenti.



http://www.repubblica.it/2006/c/sezioni/cronaca/bombart/bombart/bombart.html

domenica

Ho un rigurgito amoroso

Io ho un problema. Forse anche di più, ma uno in particolare: non sto nella pelle. C' è una metà di me che, per fortuna, si alza da letto la mattina, va al lavoro, quando c'è, senno' lo cerca, quando non c'è. Fa la lavatrice, la spesa, spazza in terra. Telefona a mia sorella, passa a trovare gli amici, va a vedere le mostre, i concerti, si reca nei pub. Sbevazza, esagera, a volte si diverte e balla, a volte no, sta male e vomita. E ok. Ma quando torno nella solitudine della mia stanzetta e mi sbrago sul letto, sono assalito da una agitazione piacevole e pungente che non mi fa dormire. Sta uscendo l' altro me, che fatica ad emergere nel tempo vissuto socialmente, che in quel tempo, con quel ritmo non può sopravvivere, non ce n' ha voglia ne' modo. Non riesco a calmarlo, a soddisfarlo, si agita e s' infiamma e mi scompiscia tutto. Eppure sono grande ormai, mi dico, adulto. Sono abbastanza bravo a riportare le cose al loro posto, nelle giuste proporzioni. E temo che sia proprio questo il succo: l' altro me non vuole starci dentro e mi fa sentire un po' una merda quando tutti i conti tornano. E visto che proprio ora sono nella mia stanzetta tutto solo, vi dico anche che è giusto.
Quando ero più ragazzo ero sempre così, o almeno lo credo adesso. Va bene che ero pure più incosciente, ignorante e sprovveduto, però all' epoca la fame veniva fuori felice e non avevo rimorsi. Me ne andavo scorrazzando coi miei amichetti e nonostante già avvertissi quel tipico rilassamento del diaframma che ti da il capogiro, non sapevo che cosa gigantesca fosse. Me la vivevo, senza gustarla, ne' nutrirla, ma solo la assecondavo con superficialità, con le maniere e i belletti propri di quell' età barbara e, per fortuna, a termine. Ero ancora intero, troppo contento informe e tozzo per godere della raffinatezza della smania, per esaltarla e trasalirne.
Adesso ricomincia un giro, o almeno così mi sento, e mi sembra la cosa più banale del mondo da raccontare, e tra un po' mi sembrerà la cosa più banale del mondo anche da vivere. Ho ancora in testa, ma anche negli occhi e soprattutto nel corpo (perchè il corpo ha memoria, vero? la più tenace di tutte, secondo me) le giornate che ho speso a fare di me uno che ci sta dentro, uno che ispira fiducia, capace ed abile, sicuro, professionale e tosto. E ho ancora nella memoria, non è un grande sforzo perché è successo quasi ieri, tutto il nero che è venuto fuori perché vivevo in un modo che non era mio e perché più mi forzavo verso la mia meta e più me ne allontanavo. Prendevo in pieno il bersaglio sbagliato. Vabè, non è un problema, erano cose che dovevo fare e la verginità si perde, prima o poi. Stavo imparando a mettere in ordine le cose passate, in modo da averle ancora l’ indomani, così da non disperdere la fatica necessaria e inutile che si fa dall’ ultimo giorno di scuola in poi. Un giorno mi sono accorto lucidamente che le mie forze andavano tutte li, cercavo di rendermi conto, cercavo di imparare da quello che stavo facendo, cercavo di saperlo ( è un po' più chiaro, Francè?). Facevo una fatica bestia, mi sono perso. Appena diviso in due, subito mi sono fatto la guerra e mi sono sottomesso. Il ragazzino pigro di testa e ben vestito, ma ben ancorato al suo macigno di cacarella, non è volato via e ha messo un bel collare al suo amico sognatore irresponsabile e beone. Avevo capito tutto, ero bravissimo, inflessibile e integerrimo. Ero diventato un preciso, che poi, e ci siamo arrivati, è un altro modo di dire fascista. Ebbene si, il rigurgito amoroso che sto sontuosamente introducendo non si rivolge a una fanciulla, ai monti o a chissachè. Si rivolge a un giornale quotidiano che si chiama manifesto.


1 - segue
Era ora..

Cari amici, gioite con me: la-tomba-del-desiderio-in-viale-monte-nero verrà tra poco chiusa. Stiamo traslocando, e questo mi riempie di gioia per svariati motivi. Uno di questi è che, rimestando nei cassetti più vecchi, saltano fuori le perle che qualche anima buona ha gettato a questo porco. Alcune intime, altre troppo criptiche e comunque buone solo per me, altre indiscutibili foriere di letizia urbi et orbis, tipo questo giovine, che alcuni di voi conoscono bene ( e quando dico bene voglio dire bene ), che in tale frangente, con postumi alcoolici, ketaminosi etc etc, ritene giusto snobbare i paraplegici cui presta coatto servizio subvolontario per donarci questa soave e cardiotonica prova dell' esistenza di dio. Grazie a te, oh Impareggiabile Dispensatore Di Letizia!!

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