
ALCUNE CONSIDERAZIONI
al rientro dalle ferie:
1 - La vita avventurosa che sognavo da bambino non esiste più, e non esiste più nemmeno lo spazio dove sognarla.
2 - Milano è un posto bellissimo, solo qui vedi adulti ubriachi al limite, eleganti come camerieri, scendere da uno bianche scalcinate con un cazzo pitturato sul cofano.
3 - Se proprio non sai a che santo votarti, gira la ruota.
4 - Volendo essere stringati non ho un cazzo da dire e questo blog è proprio inutile.
5 - Il progetto fotografico (urge sinonimo, si accettano consigli) è partito, regalando sorprese. Non ho collezionato dozzine di ritratti come previsto, ma ho scoperto che mi piacciono le foto che faccio. Anche se, per ora, solo mentre le faccio, visto che non ho ancora sviluppato i rulli. Pero' per la prima volta quelle improbabili foto inguardabili sono proprio quello che ho in mente e non me ne frega niente, io sto lavoro lo faccio così. Non sto rispettando nemmeno l' etichetta della fotografia, figuriamoci le regole. Non mi sento un fotografo. Non mi sento niente.
6 - Belle le vacanze, ce ne vorrebbero più spesso. Vuoi mettere quando sei in vacanza? Me le sto godendo adesso che sono di nuovo al pezzo ma con uno spirto frivolo che mi fa godere. Apparte gli scherzi, il contrasto tra l' inevitabile idiozia di andare tutte le mattine a cavare la pagnotta e l' inutile gioia di inventarsi qualche cazzata mi fa stare bene. E credo di potermelo godere per un po', per lo meno finchè esisteranno gli amplificatori.
7 -
Io, con le gambe incrociate alla luce del giorno, guardo
i pugni variegati di nuvole che si raccolgono sopra
gli sgraziati lineamenti di questa mia isola prona.
Intanto i piroscafi che dividono orizzonti dichiarano
noi perduti;
trovati solo
in opuscoli turistici, dietro ardenti binocoli;
trovati nel riflesso blu di occhi
che hanno conosciuto metropoli e ci credono felici, qui.
Il tempo striscia sui pazienti che da troppo sono pazienti,
così io, che ho fatto una scelta
scopro che la mia fanciullezza se n' è andata.
E la mia vita, troppo presto, certo, per la profonda sigaretta,
la maniglia girata, il coltello che rigira
nelle viscere delle ore, non deve essere resa pubblica
finchè non ho imparato a soffrire
in accurati giambi
Vado, certo, attraverso tutti gli atti isolati,
faccio di situazioni una vacanza,
mi aggiusto la cravatta e fisso mascelle importanti
e noto le vive immagini
di carne che passeggiano per l' occhio.
Finchè da tutto mi allontano per pensare come
nel mezzo del cammin della mia vita,
oh come giunsi a incontrare te, mio
riluttante leopardo dai lenti occhi.
Derek Walcott - 1948