sabato

NOTE DI MEZZA NOTTE

Arrivano suggerimenti opportuni a proposito del come sentirsi in mezzo alla gente. Il punto è che non sopporto di dover separare sensazioni e comportamento pubblico. Ci sono gli estremi per una patologia? O rimango in una semplice asimmetria ancora funzionante? E funzionale, no? Anche dal mio lessico si deduce un' eccesso di solitudine. Che fare ? Ancora niente, temo, chè il succo è ancora da spremere. Per cui insisto. La tecnica botanica dell' innesto consiste nel recidere una ramo da una pianta per farlo attecchire nel fusto di un' altra congruente. Ma le piante non hanno fatalmente coscienza e si lasciano fare. Il pubblico, il molteplice. Rigetto, e quindi morte. Niente pesche albicoccate. O meglio: niente manghi papayati.
Siamo daccordo: a una festa non parli con tutti. Se vuoi divertirti, almeno. Ma se vuoi esserci forse e il caso di farlo, bla bla aumm aumm.
Quando Alessandro Magno gli chiese che cosa potesse fare per lui, sottinteso tutto, Diogene gli rispose " Spostati un po' che mi fai ombra". A che cosa rinunciava? Che cosa si teneva? Sa un po' di bluff, ma andrei a vederlo.

mercoledì




CHE SPETTACOLO..


Eh già, l' importante è togliersi le scarpe..Eesco da una tre giorni di full immersion nella linfa milanese e sono distrutto. Non ci ero mai stato tanto dentro, la avevo assaggiata solo a piccole dosi, sempre con la sensazione che fosse un dettaglio, una striatura nella massa della città.
Non credevo che l' impostazione, cioè l' atteggiamento dei più milanesi di tutti, potesse solidificarsi e farsi realtà. E organizzare cose come quella in cui sono stato (per fortuna) immerso. Ero un semplice tecnico e non partecipavo agli eventi in prima persona, non ho avuto nemmeno la 'fortuna' di essere menzionato dallo speaker a fine lavori, anzi, il mio lavoro lo ho svolto in una stanzetta a parte. Ma l' audio mi arrivava, eccome..Vabè, mentre io e altri cinque sei gonzi mangiapatate ce ne stavamo a sbatterci beatamente per i fatti nostri, dei poveri impostati hanno passato tutte le tre giornate a farsi i complimenti, citarsi, ringraziarsi, schernirsi, contenersi, aggiustarsi, salutarsi, sbrodolarsi, eccitarsi, tenersi in considerazione. Apparire le racchiude tutte?

Vabè, dicevo. Per fortuna nel nostro angolino da seconde file abbiamo avuto l' occasione di fare il nostro senza doverci per forza lavare le mani. E anzi, se qualche protagonista ha voluto togliersi lo sfizio di entrare in sala macchine, se n' è uscito con la schiena piena di ghigni e tocchi di gomito, che sono un buon antidoto alla strana sensazione che. Beati noi, che abbiamo abbiamo avuto la fortuna di essere di carnazza e non di "Meraviglioosoo!!"

E ora mi godo il dopocena