
Pensa te
Si sente i minuti contati, Anna, in questa città. Espressione infelice e realistica, che esprime in modo asciutto e tagliente la sua sensazione di perdere tempo inutilmente. Non ha voglia di preoccuparsi quando potrebbe farne a meno, di una cosa potenzialmente seria, pergiunta. Dopo una giornata in ufficio ha voglia di fare una doccia, cenare e andarsene in disco, o a fare all' amore dal suo moroso o di qualche altra cosa cosi', di qualche cosa tanto distante dal lavoro che crei un' escursione, un vuoto tra i due stati d' animo-e-corpo che solo una vita soddisfacente possa riempire. In questo momento la fessura si sta facendo invisibile, abbastanza stretta per una vita di merda. Sappiamo che non è così e che la faccenda passerà, e che è una menata sgranocchiarsi le concrezioni temporali dell' idiozia altrui ma che passerà, magari già stasera sarà finita. Ma intanto la situazione di emergenza di indefinita gravità ci paralizza un po' e ci incolla al tavolo della cucina, muniti di sigarette, carta e penna e fortunatamente di un po' di birra dolciastra da mezzo euro. La conversazione è fatta di distinguo, precisazioni e sfumature accolti da un' approvazione autoconsolatoria che fa il giro della stanza. E' il momento di ragionare e discutere, è il momento della responsabilità, di essere presenti. Come una sbandata in curva per un bravo pilota, per la brava ragazza che è è il momento di armarsi di rettitudine, senso del giusto e capacità di far valere le proprie opinioni e i propri diritti. Non ne ho nessuna voglia, mentre lei sembra, in fondo, godersela un po' questa sbandata, godersi la leggera eccitazione del posteriore che sfugge al controllo e bearsi del proprio senso dell' equilibrio. No, no, è una mia proiezione e me ne accorgo proprio mentre metto a fuoco il concetto. Ognuno di noi ha un piano, ma nessuno ha la possibilità di praticarlo, non possiamo rischiare nulla, si tratta di far rispettare le regole. Assurdo. Vlaiko è arrabbiato, stanco e arrabbiato, non vuole credere di doversi preoccupare per un inghippo che nella sua vita ha le dimensioni di un pidocchio. E come un pidocchio se lo ritrova in testa che gli succhia sangue, un pochino per volta ma succhia e risucchia, e lui non ci crede e non ne ha voglia. Solo in questi casi si siede e sta fino a che non ha soddisfazione, e col suo italiano imperfetto cerca di tirare la carretta verso un traguardo. Fuma come un pazzo, seduto sul bordo della sedia, appoggiato all' angolo del tavolo, in frizione col bordo chiaro del finto acero. Ne ha il lungo segno rosso sotto l' avambraccio putente. Parla anche in vece di Cris che non c' è. E sostituisce il suo (immagino) nervosismo quasi logorroico che si intriga nei labiali con dichiarazioni gutturali e lente, cassa toracica slava che sfonda le vocali. Discute con gli occhi e con le spalle. E non c'è nemmeno Piertrattino, che non ha Caterina a fare al posto suo. E non c' è nemmeno Fluvio, che è la pietra dello scandalo. Va a finire, pensa te, che chiamo suo padre e gentilmente e scandendo le consonanti, lo invito a casa il giorno dopo per chiarire la situazione e parlare con calma. Sembra preoccupato, chiede di sviluppi, e io gli faccio no, nessuno sviluppo, ma la situazione è un po' troppo confusa e crediamo sia meglio che lei venga a casa nostra e ne parliamo a quattrocchi. Ci deve delle spiegazioni, ma questo non gliel' ho detto. Pensa te, l' ho richiamato all' ordine.
AUDIO: Nick Cave & The Bad Seeds - Easy Money