
Ecco, cari amici, mi stavo quasi abituando ad essere uno bravo, ripigliato, positivo, attivo, propositivo. E mi stavo dimenticando di essere una carognetta amante della merda, del subbuglio dello stomaco vuoto, delle contrazioni involontarie, dei menù a base di marlboro morbide, del vuoto pneumatico della paralisi. Wow. Giusto. Non sono stato capace di godermi neanche un secondo di quella pace fortuita, fortunosa, che ho ricominciato a prevedere, pianificare, supporre e e augurarmi qualche cosa. Attitudine fallimentare, troppo bella per essere vera, la realtà mi è piovuta addosso come un secchio di merda (leitmotiv della giornata) e tutte quelle belle e dolci e sottili cosine sono scappate terrorizzate dal ritorno della vecchia megera. Ora mi do fuoco, penso, ma è troppo presto per bere qualcosa. Anche perchè non ho mangiato ancora niente, anche se questa è una precauzione da bravo ragazzo ordinato con tutte le cosine apposto. E allora torno a spulciare fra i dischi più neri che ciò, voglia di ruggine e di motore non oliato. Ora, penso, visto che l' assolutismo dei bei tempi è irrimediabilmente compromesso, si tratta di far rientrare in casa il cugino ubriaco, di trovargli un angolino e di convivere con lui. Yeah, di nuovo in cima al razzo, di nuovo spalmato sulla mia superficie corporea, crudo, senza protezione, meno che meno emotiva. Vaffanculo agli hare krisna, ora mi serve un pacchetto di mischia all' inglese, stupido e senza paura, un' avanzata di tonnellate inarrestabili.
Così imparo. Ora mi spiego i momenti di incredulità superati con una risata. Adesso pago pegno per le sigarette intelligenti razionate, quelle che ti gusti. Aspetto il prossimo morso della fame per appicciarne un' altra da scrollare un po' dovunque. Voi cosa fareste al posto mio? Dovete sapere, cari amici, che nonostante una nottata di bruttissime sensazioni il peggio deve ancora venire. Giacchè il peggio arriva freddo e acuminato, e lo senti entrare lento e bastardo come senti il foglio tagliarti il polpastrello. E non è più voluttuoso come un litigio, come un' incazzatura o un fallimento. Dico, mentre attorno a te si gonfia il caos, sei ancora un po' in te, e forse puoi decidere se picchiare di culo o di faccia. Io, a scanso di equivoci, preferisco di faccia. Il peggio non è vivace come scrivere una lettera di addio, di scuse o di invettiva, il peggio sono i giorni in cui aspetti che arrivi, e ancora peggio quelli in cui aspetti una risposta, che magari non ti danno. Il peggio non è cadere nella merda, ma quando ne vieni fuori e ti si asciuga addosso. Mai fatto un dritto in curva? L' adrenalina vola a mille e la sensazione fulminea dell' irreparabile, in fondo, è affascinante. Ma quando scendi dal rottame nel silenzio dopo il boom a contemplare la carcassa, mentre aspetti il carro attrezzi e trovi il pacchetto spiegazzato e vuoto, eccolo: il peggio.
3 Comments:
E hai fatto bene, perchè tanto è peggio..Baci!
proverbiale durezza grigio-verde di monsiuer Anzianotti. vado che ho il modem della mamma e anche l'aereo. Anzi ti chiamo va
...ma se...ma se potessi...volessi...ma se questo fosse l'ennesima valanga che mi travolge...ma se mi schiacciasse...ma se magari, con un pò di pazienza. si vede com'è...ma se tu non avessi chiamato...sono sola... se tu potessi entrare nel mio letto ora,anche solo per farmi compagnia...la realtà è terribile, ma l'artifico che si crea nella mente, può essere molto peggio...schiavi di paure autoprodotte.
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